Come motivarsi nei giorni in cui non ne hai proprio voglia
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Come motivarsi nei giorni in cui non ne hai proprio voglia - 6 min read

Certe sere basta un bicchiere di vino e un’amica che ti guarda negli occhi per farti dire la verità: non ho più voglia di niente. Né di lavorare, né di uscire, né di provarci davvero. E non lo dico per fare la melodrammatica — ma perché quest’anno mi ha tolto più energia di quanta ne abbia avuta. Ci sono stati momenti di pura apatia, giorni interi passati a scrollare lo schermo come se la mia vita fosse quella degli altri. A volte mi sembrava di non provare più emozioni. Né gioia, né rabbia. Solo vuoto. Una mancanza di volontà, una sensazione strana di essere spenta.

L’hangover emotivo e i vari postumi di un crollo mentale

E no, non si tratta solo di stanchezza o di una giornata no. È qualcosa di più sottile e persistente. Un loop mentale in cui ti ripeti che dovresti rialzarti, motivarti, fare qualcosa di costruttivo… ma finisci per rimandare tutto a domani. Il lavoro non ti stimola, l’amore ti sembra fermo, e quella motivazione intrinseca che un tempo ti faceva brillare è semplicemente sparita.

Ci sono stati giorni in cui ho pensato: vorrei solo scomparire per un po’, tanto mi sentivo distante dalla me stessa di sempre. Ma poi ho capito una cosa: motivarsi non significa forzarsi, ma ricominciare a volersi bene. Anche solo un po’. Anche solo oggi. E da lì, può nascere tutto.

La motivazione secondo la psicologia: cos’è e perché crolla

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Cosa succede davvero nella nostra testa quando ci ritroviamo a pensare: “non ho voglia di fare niente”? Non è solo una fase passeggera o pigrizia. Secondo la psicologia motivazionale, la motivazione è quel motore interno che ci spinge ad agire, scegliere, reagire. È fatta di bisogni, desideri, aspirazioni personali, ma anche di influenze sociali, aspettative e senso di autoefficacia. In poche parole: è la forza che ci fa alzare dal letto la mattina e ci fa dire “ce la posso fare”.

La scienza distingue tra due forme principali:

  • Motivazione intrinseca: nasce da dentro, quando facciamo qualcosa per il puro piacere o interesse personale;
  • Motivazione estrinseca: viene dall’esterno, come premi, approvazione o risultati tangibili.

Quando viviamo momenti di apatia, mancanza di emozioni o una vera e propria anedonia1 – nella vita, nel lavoro, nelle relazioni – spesso è perché uno di questi due sistemi si blocca. L’energia mentale si blocca e la motivazione crolla. In pratica, il sistema di ricompensa non funziona più con la solita risposta dopaminica e tu ti ritrovi a chiederti: come motivarsi quando sembra che tutto sia diventato piatto? Prima di rispondere, è importante capire perché succede.

Anche se sappiamo cosa dovremmo fare ma non riusciamo a sentirlo “giusto” e anche quando le cose più semplici sembrano montagne, basta ricordarsi una cosa fondamentale: non siamo svogliate, è solo la mancanza di volontà reale che sta avendo la meglio su di noi. Ma perché succede?

Le cause più comuni della mancanza di motivazione:

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  1. Stress prolungato e burnout: quando corpo e mente sono sovraccarichi, ogni cosa sembra pesante e inutile. Anche il semplice pensiero di “dover fare” può diventare paralizzante;
  2. Obiettivi poco chiari o imposti: se non senti più tuoi i tuoi progetti o le aspettative che ti circondano, la motivazione crolla. È difficile sentirsi spinti verso qualcosa che non risuona davvero con chi sei. Hai mai pensato che forse è arrivato il momento di ridefinire i tuoi obiettivi in modo più autentico?;
  3. Mancanza di senso o direzione: vivere una fase in cui ti chiedi perché lo sto facendo? è più comune di quanto si pensi. A volte si cresce, si cambia, e con noi cambiano anche i bisogni;
  4. Crisi di identità o insoddisfazione personale: può arrivare il momento in cui non ti riconosci più, in cui ti guardi da fuori e ti senti bloccata in una versione di te che non senti più autentica;
  5. Ansia e depressione latente: non sempre l’apatia e la svogliatezza sono solo mancanza di volontà. Spesso sono segnali più profondi che indicano un disagio psicologico da ascoltare con attenzione. Parlarne con uno psicologo magari potrebbe aiutare…

In questi momenti, imparare come motivarsi non significa adottare trucchetti motivazionali da manuale. Significa, piuttosto, ripartire dall’ascolto, dalla comprensione dei propri bisogni e dalla ridefinizione dei propri desideri, con la stessa attenzione e delicatezza con le quali cureremmo un giardino che ha bisogno di acqua, cura e momenti di quiete. Perché solo conoscendo da dove nasce quella mancanza, puoi davvero iniziare a ricostruire un nuovo slancio, più autentico e più tuo. 

Come motivarsi affrontando (davvero) la demotivazione

Tutti ci parlano di “uscire dalla comfort zone”, di creare nuove abitudini, di imparare a gestire il tempo meglio. Ma se il problema non fosse fare di più, ma riuscire a trovare un senso in ciò che fai già? E se fosse proprio lì la chiave: non aggiungere, ma ascoltare?

La verità è che la mancanza di motivazione a volte è il modo che il nostro corpo e la nostra mente hanno per dirci: “fermati, stai andando contro te stessa”. In quei momenti non serve alzarsi all’alba per meditare o stilare liste chilometriche di obiettivi. Serve ritrovare contatto con se stesse, partendo da dove siamo.

1. Rivedere quello che già fai

Invece di stravolgere tutto, prova a osservare la tua routine attuale. Non con giudizio, ma con curiosità. Forse non hai bisogno di cambiare abitudini, ma solo di riscoprirne il valore, magari abbracciando uno stile di vita più lento e consapevole. C’è qualcosa che fai ogni giorno che un tempo ti faceva sentire viva? Cosa ti dava soddisfazione e adesso ti sembra meccanico? A volte ristrutturare il significato è più potente che creare il nuovo.

2. Smettere di forzare

Lo so, dire “datti tempo” suona un po’ come un consiglio da biscotto della fortuna 🥠. Ma il punto è questo: accettare la demotivazione non significa arrendersi, significa accogliere il fatto che non sempre possiamo essere al 100%. Anzi, è proprio nelle fasi “off” che possiamo capire davvero cosa ci manca. Scopri come: 👉🏻 “Stare a letto tutto il giorno? A volte è terapeutico”

Come motivarsi affrontando (davvero) la demotivazione
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3. Allenare l’ascolto (ma anche il risveglio)

La motivazione non si recupera in un giorno. Ma inizia a riattivarsi quando ti concedi il lusso di capire cosa desideri davvero. Ascoltarsi è un atto di rispetto, ma arriva un momento in cui è necessario interrompere il loop dell’apatia. E lì serve il coraggio di darsi una svegliata. Può bastare poco: una doccia, un outfit che ti fa sentire bella, una camminata ascoltando il podcast giusto.

4. Scegliere piccoli gesti simbolici

Non devi scrivere un libro, cambiare città o lanciare un business per sentirti di nuovo “in pista”. A volte basta un’azione gentile e concreta verso te stessa: riordinare un angolo della casa, comprare un’agenda nuova, cucinare un piatto che ti ricorda chi sei. Piccoli semi che, giorno dopo giorno, ti riportano a galla.

La verità è che non ci si motiva schiacciandosi addosso altri doveri, ma lasciando che dentro di noi riemerga il desiderio di vivere in modo pieno. Non per forza sempre felici, ma presenti.

P.S. La motivazione intrinseca non urla. A volte è una vocina appena percettibile, che si fa spazio tra la stanchezza, il dolore e l’apatia. Ma se la ascolti, anche solo per pochi secondi al giorno, può portarti molto più lontano di qualsiasi to-do list. Se ti senti demotivata, spenta o bloccata da quella nebbia grigia che tutto appiattisce, sappi che non sei sola. Questa fase non definisce chi sei. E forse, proprio ora, stai costruendo dentro di te la versione più autentica e resiliente che tu abbia mai conosciuto.

  1. Anedonia: per anedonia (parola greca composta dal prefisso negativo an e hēdonē, “piacere”) si intende l’incapacità, totale o parziale, di provare soddisfazione, appagamento e piacere per le consuete attività piacevoli, quali il cibo, il sesso e le relazioni interpersonali. ↩︎

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