come organizzare gli armadi con il Progetto 333
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Progetto «333»: numero di telefono? No, solo un modo per organizzare gli armadi - 6 min read

Devono essere pochi ma buoni: è questa la nuova tendenza che vede protagonista un abbigliamento minimal. Per organizzare gli armadi, basta il Progetto «333».

L’iniziativa nasce nel lontano 2010 dall’idea creativa di Courtney Carver, una giovane Content Creator che da anni porta avanti la filosofia del “Be more with less”. Il successo è stato subito immediato e, sebbene si sia rivolta alla generazione del “tutto e subito”, questo progetto (o sfida se si preferisce) è stato accolto quasi con curiosità e divertimento. 

La particolarità è che si tratta di uno stile di vita che la Carver ha introdotto sul web come challenge: una sfida dall’approccio fresco e moderno per ottimizzare lo spazio dell’armadio, concentrarsi sui capi essenziali e ridurre lo stress legato alla scelta dell’outfit.

Se anche voi siete sommerse da vestiti ma alla fine vi ritrovate a pensare sempre di non avere niente da mettere, forse è il caso di provare questo Progetto «333».

Come organizzare l’armadio e ridurre l’impatto ecologico

Se tutti iniziassimo a mettere in atto questo particolare Progetto «333» per organizzare gli armadi, sicuramente ne trarrebbe giovamento il mondo intero. Se ci pensiamo, avere un armadio ordinato significa anche avere la giusta quantità di vestiti senza arrivare al punto in cui c’è talmente tanta roba da non sapere cosa mettersi. 

Non so calcolare esattamente quanto si risparmierebbe in termini di CO2 con questo progetto ma so per certo che limitando l’acquisto compulsivo di vestiti, si potrebbe ridurne la domanda di produzione di nuovi, tagliando quindi le emissioni di CO2 associate al processo di produzione tessile e alla lavorazione dei materiali.

Inoltre, riducendo il consumo di vestiti, si potrebbe contribuire anche a rallentare il ciclo di sostituzione dei capi di abbigliamento, diminuendo ulteriormente l’impatto ambientale complessivo. Per questo, e per favorire un equilibrio mentale alla nostra povera mente già abbastanza stressata dalla vita, vediamo cosa si intende con Progetto «333», cosa prevede e in che modo ci aiuta a capire come ordinare l’armadio

Come sistemare l’armadio: applicazione del Progetto «333»

Il mantra fondamentale di questo progetto è crearsi un proprio minimalismo nell’abbigliamento. La challenge della Carver, infatti, si concentra sullo strutturare una sorta di capsule wardrobe di base dalla quale partire e ricreare vari outfit. 

Il Progetto «333», nello specifico, è un sistema minimalista, appunto, che prevede di organizzare un armadio riducendo i capi di abbigliamento a 33 (inclusi scarpe e accessori), per un periodo di 3 mesi. Si selezionano 33 articoli preferiti, escludendo lingerie, pigiami e vestiti da casa promuovendo, in questo modo, la semplicità, la versatilità e un armadio in ordine. 

bisogna fare a meno di tutti i vestiti superflui per ordinare gli armadi con il progetto 333
Pexels

Per rendere questo Progetto efficace e creare degli outfit minimalisti, ci sono delle semplici regolette da seguire e da tenere presente:

  • Per la parte superiore, è consigliabile optare per capi basic come cardigan, camicie o t-shirt bianche/nere, facili da adattare sia ad ogni parte inferiore, sia ad ogni situazione;
  • Per la parte inferiore, jeans o pantaloni dal design semplice come quelli palazzo sono ideali. La parte bassa del nostro outfit, forse è quella che più definisce il nostro look. Va da sé che per ricreare un look minimal prettamente casual, opteremo per dei jeans capaci di stemperare l’ensemble. Per un outfit un po’ più elegante, invece, la scelta non potrà che ricadere sui pantaloni palazzo. Il compromesso che si trova a metà strada resta sempre il look casual chic così da non rinunciare a niente conservando lo stile;
  • Per quanto riguarda le scarpe, oltre alle sneakers, è possibile sperimentare con décolleté più sofisticati come, per esempio, le kitten heels.

Questi consigli, sebbene non siano regole fisse, mirano a stimolare la creatività senza limitare lo stile individuale, conservando sempre un occhio di riguardo verso la sostenibilità.

Progetto «333» vs Metodo «333»

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TikTok è una continua fonte d’ispirazione e proprio da questo social abbiamo la possibilità di scoprire trend e novità. Tra queste è emersa la challenge di Carver del Progetto «333» ma allo stesso tempo si sente parlare di Metodo «333». E quindi, si parla della stessa cosa o sono due approcci differenti su come organizzare un armadio?  

Il Progetto «333» e il Metodo «333» sono due sistemi distinti nell’organizzazione dell’abbigliamento, entrambi finalizzati a semplificare la gestione del guardaroba, ma con differenze significative nel loro approccio e applicazione.

Come abbiamo visto, il Progetto «333» è un concetto sviluppato dalla scrittrice di moda Courtney Carver. Si basa sull’idea di possedere e utilizzare solo 33 capi di abbigliamento per un periodo di 3 mesi.

👉🏻Obiettivo: promuovere uno stile di vita minimalista, incoraggiando a ridurre gli acquisti impulsivi e a concentrarsi su capi di qualità e versatili.

Il Metodo «333» per una moda ecosostenibile

Reso popolare da Rachel Spencer, il Metodo «333» è un approccio più flessibile senza limiti di tempo, che si concentra su tre categorie principali di capi: quelli che indossi frequentemente, quelli che indossi stagionalmente e quelli che indossi occasionalmente.

Contrariamente al Progetto «333», che limita il numero di capi a 33, questo metodo si concentra su un numero più ridotto di capi d’abbigliamento, specificamente 9 capi suddivisi in 3 per la parte superiore, 3 per quella inferiore e 3 paia di scarpe. Questo schema 3+3+3 consente di creare fino a 27 outfit unici, sfruttando al massimo ogni elemento del guardaroba ed enfatizzando la versatilità e la semplicità. 

La principale differenza tra i due metodi risiede nella durata. Mentre il Progetto «333» si limita ad essere una sfida lunga solo 3 mesi, il Metodo «333» permette una maggiore variazione dei capi nel loro utilizzo nel tempo. Entrambi gli approcci, tuttavia, promuovono la consapevolezza e la riduzione dell’eccesso nell’abbigliamento, incoraggiando uno stile di vita più sostenibile e consapevole.

👉🏻Obiettivo: questo approccio mira a promuovere uno stile di vita più minimalista, dove la protagonista è la consapevolezza del proprio guardaroba. In questo modo la scelta degli acquisti si limiterà a pochi capi di qualità, versatili e amati, riducendo al contempo lo spreco e l’eccesso nell’abbigliamento.

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