Che mi dite della vostra consapevolezza ecologica ♻️?
Per quanto mi riguarda, ormai il dado è tratto, l’impegno è preso. Ormai sono talmente dentro che le linee guida di questo magazine di moda sono state disegnate definitivamente. Nell’ultimo mese sono stata impegnata a fondo nell’affrontare un argomento di cui avevo già percepito l’esistenza ma da cui avevo sempre preso le distanze restando una semplice spettatrice silente.
A questo punto penso che il silenzio si debba rompere, soprattutto se tra le mani ho un progetto che si fa portavoce della moda. È bene che io sia chiara con voi: anche se questo magazine di moda nasce sulla scia delle più grandi riviste di Moda & Lifestyle, devo ammettere che mettendo le mani in pasta, mi sono accorta che ogni nostra scelta ha un suo peso – più o meno grande.
Osservando più da vicino tutto ciò che concerne il mondo della moda ho compreso che, per quanto sia tutto così meraviglioso, molto spesso ne ignoriamo l’impatto ambientale 🆘. Ogni nostro singolo acquisto, ogni nostra scelta di consumo, ha delle conseguenze. Oltre l’etichetta c’è una responsabilità ambientale a cui dobbiamo rispondere. Oltre la marca, c’è una consapevolezza ecologica che dobbiamo fare nostra.
Vediamo insieme che forma hanno le conseguenze delle nostre decisioni e se c’è ancora la speranza di invertire il senso di marcia.
Il “Butterfly Effect” e il costo nascosto di ciò che compriamo
In un mondo in cui tutto scorre così rapidamente, la modalità di acquisto “senza contatto” non può che diventare un’enorme metafora della vita. Basta un’impronta per effettuare l’acquisto, così come basta sfiorare il pos per validare la transazione. Quanto può durare il tutto, qualche secondo?!
Tutto ciò che soddisfa la nostra anima sempre più bisognosa di consumo si racchiude in quei brevissimi secondi. Come se per renderci felici oggi bastasse solo un attimo di fugace acquisto.
Tutto questo mi fa pensare al film “The Butterfly Effect” 🦋, l’avete mai visto o avete mai sentito parlare di questo concetto? L’effetto farfalla è una metafora della teoria del caos secondo la quale, per ogni piccola azione in un punto del sistema (battito d’ali di una farfalla), si innescano conseguenze significative in altri luoghi, amplificando l’impatto nel tempo e rendendo il futuro estremamente sensibile alle condizioni iniziali.
Non vi fa pensare a niente tutto ciò? Se la risposta è no, significa che la vostra consapevolezza ecologica è ancora debole. Vediamo di descrivervi ancora meglio il concetto prendendo ad esempio la realtà dei fatti. La nostra realtà.
La battaglia dello “Slow Fashion” vs il “Fast Fashion”
La vita mi ha insegnato che quando si vuol portare avanti una teoria bisogna informarsi ed è ciò che ho fatto. Per alcuni potrebbe essere vista come un’enorme coincidenza; per altri invece, come una mera risposta algoritmica. Per quanto mi riguarda, il fatto che proprio in questo periodo mi sia comparso un post di Will_ita su Instagram che parlasse di “Junk: armadi pieni“, io la ritengo una vera fortuna.
Per chi non l’abbia ancora visto, consiglio vivamente di perdervi nella docuserie di Willmedia che, grazie all’enorme lavoro di Matteo Ward, ci dona un reale sguardo sulla realtà. Si tratta di un vero e proprio viaggio alla scoperta del degrado, dei danni e dei risultati (alcuni irreversibili) delle nostre scelte di consumo. È la rappresentazione ideale per farci raggiungere il massimo della consapevolezza ecologica.
Durante il programma ho avuto l’opportunità di comprendere il vero significato di impatto ambientale, restando però anche piacevolmente colpita dall’esistenza del movimento dello slow fashion. Nato in opposizione alla fast fashion, questo movimento è un’accusa di inquinamento, di lavorazione scadente e di induzione all’acquisto a breve termine.
Per non parlare delle condizioni sfavorevoli alle quali sono costrette a lavorare i veri protagonisti della Fast Fashion (parte 1), coloro che tengono in piedi la baracca, quelli che non vediamo. Per farvi comprendere di cosa parlo, mi servirò degli episodi di Junk: armadi pieni e vi riporterò piccoli riassunti di varie realtà esistenti, consapevole del fatto che la realtà nuda e cruda è peggio di quanto immaginiamo.
Eco-consapevolezza: quanto costano realmente le nostre scelte?
Embed from Getty ImagesSei brevi episodi di una docu-serie possono bastare per stravolgere un’idea? In questo caso sì. Quello che ho visto va oltre il semplice reportage perché coinvolge delle vite, tra cui le nostre. Più gli episodi si susseguivano e più mi rendevo conto di quanto pesassero le mie scelte. Sentendomi più che responsabile in questo impatto ambientale, l’unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stata diffondere la verità. Preparatevi ad un vero e potente viaggio verso la consapevolezza ecologica ma non per questa volta.
Continueremo il nostro viaggio verso la consapevolezza ecologica in un terzo episodio.