Abitando in una vita a metà tra Francia e Italia mi ritrovo spesso a partire, forse fin troppo. Quante cose si possono scoprire in un aeroporto e quante ancora se ne possono immaginare! Una cosa che mi ritrovo a fare spesso, infatti, è osservare gli altri viaggiatori come me, che sono in procinto di andar via o di tornare.
Dove vanno oppure da dove vengono? Da chi vanno e cosa portano con sé?
È proprio su quest’ultima domanda che vorrei sviluppare quest’articolo, sui bagagli delle persone e sul significato psicologico della borsa. Non lo sapevo ma quello che per me è nato come un semplice dubbio, alla fine ho scoperto essere una vera e propria simbologia psicologica che accomuna l’intero genere umano.
E sto parlando di una vera e propria teoria psicoanalitica freudiana, secondo la quale ogni borsa ha un contenuto che inconsciamente rivela molto dell’intimità emotiva di ciascuno di noi.
Le persone e il loro universo interiore
Come dicevo, personalmente ho questa malsana abitudine di osservare tutto e tutti. Prendendo spunto da ciò che vedo, inizio a viaggiare con la mente ricreando scenari immaginari da assegnare a ciascuno dei passanti che hanno attirato la mia attenzione in quel momento.
Il giorno di ogni partenza mi piace arrivare 2 ore prima in aeroporto, sia per soddisfare la mia ansia da controllo, sia per godermi quell’atmosfera da viaggio che adoro.
A tal proposito, devo ammettere che ancora non ho sviluppato nessun tipo di avversione nei confronti del mio andirivieni tra Parigi e Napoli, e tuttora mi prendo tutto il bello che c’è nell’essere viaggiatrice del mondo.
È proprio questa, in effetti, la sensazione che più mi motiva ad anticiparmi 2 ore prima. È il fatto che contemporaneamente a tutti gli altri viaggiatori, ci si ritrova in questo surreale crocevia di culture e nazionalità diverse. Alternandosi tra partenze e arrivi, le persone si trovano in un vero e proprio limbo temporale.
Quello che mi piace degli aeroporti, è la loro transitorietà e quanto questa sia capace di generare un senso di sospensione nel tempo e nello spazio. In quelle 2 ore amo percepire quell’atmosfera particolarmente surreale e distaccata dalla realtà quotidiana ed è proprio in quella realtà che immagino come possano essere le vite di ognuno.
Le valige: semplici bagagli o c’è una vita dentro?
Un giorno di partenza come un altro, davanti al tapis roulant del controllo bagagli ho avuto l’intuizione e ho capito che forse basterebbe osservare all’interno delle borse di ciascuno per svelarne l’universo interiore.
Quello che scelgo di portare con me in borsa il giorno della partenza cosa dice di me? Può raccontare la mia storia senza bisogno di dire una parola? È davvero tutta inconsapevolezza quella che uso durante i preparativi dei bagagli o l’inconscio per Freud è già da considerarsi come una risposta?
Borsa significato psicologico: quanto un accessorio può raccontare di noi?
Si parla abbastanza delle borse sfoggiate come status symbol o di quanto vasta sia l’interpretazione a seconda di quale borsa si sceglie e di come la si indossa. Tuttavia, in questa sede non mi soffermerò sulla tipologia di borsa acquistata ma sul suo contenuto.
Quello che noi riteniamo fare inconsapevolmente come riempire una borsa, in realtà può dire tantissimo di noi e della psicologia femminile in generale. La borsa per una donna è (quasi) tutto: è il modo perfetto in cui si può tenere tutto sotto controllo anche quando si è fuori casa.
Non a caso, infatti, quando si chiede a un uomo di cercare una cosa in borsa, il più delle volte torna da noi sconfitto. Poverino, non è colpa sua!
Si tratta di un piccolo universo femminile che ogni donna si costruisce da sé e del quale solo lei può curarne la gestione. In quel caso non si tratta di cercare ma di mettere le mani in quel groviglio infinito chiamato “psicologia delle donne”. Solo i più coraggiosi possono riuscirci!
Le borse, custodi dei segreti dell’anima femminile, offrono uno sguardo nell’universo interiore di ogni donna. Ogni borsa, più di un semplice accessorio, è un simbolo ricco di significati psicologici che riflettono l’intimità emotiva della sua portatrice.
La psicologia della borsa svela la complessità della mente femminile, intrecciando simbolicamente la psiche con l’utero materno, il luogo primordiale di protezione e sicurezza.
La psicologia della donna e l’ossessione del controllo
La selezione della borsa, la sua forma e il modo in cui viene indossata rivelano indizi preziosi che comunicano con l’inconscio dell’intimità femminile. Le borse possono diventare rifugi emotivi, mezzi per gestire l’ansia e le manie di controllo. Alcune donne riempiono le loro borse con oggetti di conforto, pronte a fronteggiare qualsiasi imprevisto. Altre, invece, le tengono impeccabilmente organizzate, manifestando una sorta di disturbo ossessivo compulsivo nel controllo del proprio ambiente.
Nell’atto di mettere ordine nella borsa, si riflette il desiderio di mettere ordine nella propria mente, come se ripristinando l’ordine esterno si potesse trovare pace e tranquillità interiore. La borsa diventa così un’estensione della mente femminile, un portale per esplorare l’intimità e le sfumature della psiche.
Affascinanti e misteriose, le borse sono testimoni silenziose delle emozioni più profonde di una donna. Sono molto più che semplici accessori di moda, sono vere e proprie finestre attraverso cui osservare l’anima femminile. Ogni borsa racconta una storia unica, intima e personale, che va ben oltre la sua apparenza esteriore.
Insomma, basta davvero poco per capire come ragionano le donne e per comunicare con l’inconscio più profondo della psiche femminile. Basta semplicemente rovistare nella sua borsa!
Nella mia borsa, è facile trovare un pacchetto di fazzoletti, un burro cacao, un mini profumino (non si può mai sapere), il cellulare e le chiavi di casa. Nonostante la scelta metodica del contenuto, non so dire precisamente cosa comunichi di me la mia piccola borsa.
Forse che sono una persona pratica e senza fronzoli il cui controllo ossessivo trova pace proprio nella presenza di quel pacchetto di fazzoletti di sicurezza.
E nella tua invece, cos’è più facile trovare?
