Pori ostruiti: differenza tra filamenti sebacei e punti neri
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Pori ostruiti: differenza tra filamenti sebacei e punti neri - 6 min read

Senza distinzione alcuna, tutti noi, sia maschi che femmine, siamo quotidianamente colpiti da brufoli esagerati, comedoni aperti e punti neri con i quali dobbiamo fare i conti. Ogni tanto, a sorpresa, la nostra zona T del viso viene presa d’assalto da queste reazioni, e anche quando non dobbiamo combattere con chissà quale reazione della pelle, dobbiamo arrenderci ai pori dilatati. Ma cosa sono in realtà questi pori dilatati che ogni tanto scrutiamo nello specchio e cerchiamo di schiacciare nella maniera meno aggressiva possibile (ma con pessimi risultati)? 

In realtà quello dei pori dilatati è un mondo vastissimo ed è proprio qui arriva il colpo di scena degno di una soap opera cutanea: spesso quello che crediamo essere punti neri pronti a rovinare la nostra autostima sono in realtà filamenti sebacei. Sì, quei minuscoli “fili che escono dalla pelle” non sono sempre comedoni aperti da strizzare con furia cieca davanti allo specchio. I pori della pelle producono sebo (quel simpaticone…) per proteggerci, ma quando si accumula nella zona T del viso, insieme a cellule morte e sporcizia, ecco comparire i tanto odiati punti neri.

Come distinguere i filamenti sebacei dai punti neri?

La causa dei punti neri? Principalmente un eccesso di sebo e, diciamocelo, anche una buona dose di pelle sporca. Saper distinguere filamenti sebacei da veri punti neri è fondamentale, anche per capire come togliere i punti neri nel modo giusto, evitando di dilatare i pori o creare veri e propri buchi da punti neri. Insomma, prima di impugnare cerotti miracolosi, maschere naturali o secchiate di acido glicolico, meglio sapere con chi stiamo davvero combattendo.

Come distinguere i filamenti sebacei dai punti neri?

Capire la differenza trafilamenti sebacei e punti neri è il primo passo per evitare di dichiarare guerra al nostro viso senza motivo. I pori ostruiti, infatti, non raccontano sempre la stessa storia: mentre i veri comedoni aperti si formano quando il sebo, ossidandosi all’aria, si scurisce creando quei famigerati punti neri duri e ostinati, i filamenti sebacei sono una parte naturale del nostro sistema di secrezione sebacea.

Sono normali strutture del poro della pelle, fatte per aiutare il sebo a scorrere verso l’esterno. Sono uniformi, sottili, di colore grigiastro o giallognolo, e – notizia bomba – torneranno sempre, anche se li spremiamo fino all’estinzione.

👉🏻 La differenza? I filamenti sono più regolari e si distribuiscono su tutta la zona T, mentre i punti neri sono più localizzati, più spessi, più scuri e richiedono spesso trattamenti specifici per essere eliminati senza dilatare i pori ulteriormente. Quindi, prima di accanirci con pinzette, cerotti miracolosi o tentativi goffi di rimuovere i punti neri dal naso, ricordiamoci che non tutti i pori ostruiti sono il nemico: a volte è solo la nostra pelle che fa… il suo lavoro. Capirlo è essenziale anche per scegliere i trattamenti: non ha senso combattere i filamenti come fossero il male assoluto dei pori ostruiti! Meglio puntare su strategie dolci che aiutino a ridurre il sebo senza aggredire la pelle.

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La strategia “dolce” per ridurre sebo e filamenti sebacei

La strategia "dolce" per ridurre sebo e filamenti sebacei

Quando si parla di pori ostruiti, combattere a colpi di scrub aggressivi non è sempre la soluzione più intelligente. Una delle strategie più efficaci e delicate per ridurre qualsiasi tipo di secrezione sebacea (come i filamenti), e prevenire la formazione di nuovi comedoni aperti, è l’utilizzo di oli detergenti. Sì, proprio così: applicare un olio su una pelle già messa alla prova dall’eccesso di sebo può sembrare controintuitivo, ma funziona! Una proprietà intrinseca degli oli detergenti, infatti, è proprio quella di aiutare a sciogliere – e quindi rimuovere – il sebo della pelle ossidato e sovraccumulato su quello già esistente naturalmente. 

AHA e BHA: cosa sono, come applicarli e quando usarli?

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Secondo la mia esperienza personale, per ottenere il miglior risultato e pulire i pori ostruiti, il trucco è massaggiare delicatamente il viso nella zona T del viso (dove la produzione di sebo è più intensa), lasciare l’olio in posa almeno un minuto (60 secondi NON DI MENO!!) e poi procedere con un risciacquo accurato.

Dopo questo primo step, procedete poi con una seconda detersione, magari con una mousse detergente per rimuovere ogni residuo d’impurità. Questo aiuta non solo a ridurre sebo e minimizzare i filamenti sebacei, ma anche a prevenire i punti neri senza rischiare di dilatare i pori, procurarsi cicatrici a vita o peggiorare la situazione con la comparsa di nuovi inestetismi della pelle.

In fondo, prendersi cura della propria pelle non dovrebbe sembrare una missione impossibile degna di un film d’azione. Bastano pochi gesti consapevoli, un po’ di pazienza e i prodotti giusti per trasformare quei famigerati pori ostruiti da incubo a semplice dettaglio trascurabile.

Ricorda: la pelle non va “punita”, va capita. Se rispetti la sua natura e impari a coccolarla con dolcezza (e non con la furia di chi schiaccia tutto quello che vede), sarà lei a ricompensarti con un aspetto sano, luminoso e finalmente libero da quell’eterna lotta contro sebo, punti neri e compagnia brufolosa. D’altronde, il segreto è sempre lo stesso: conoscenza, costanza… e una buona dose di amore verso il nostro povero viso, che ogni giorno sopporta le nostre paranoie davanti allo specchio. ✨

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