Negli ultimi anni, il mantra della protezione solare tutti i giorni è diventato quasi un dogma. Non importa che ci sia pioggia, neve o nebbia: secondo molti esperti (e parecchi beauty brand), la crema solare va applicata ogni mattina come ultimo step della skincare, punto. Affermazione della quale mi stavo convincendo anche io. Ma… è davvero così semplice? O stiamo entrando in un territorio dove la crema protettiva solare rischia di diventare un’ossessione più che una buona abitudine?
Non fraintendetemi: non sono una negazionista del protettore solare (anzi, in estate lo spalmo anche sull’alluce), ma mi chiedo: cosa dice davvero la scienza? È sano mettere creme solari protettive ogni singolo giorno anche se lavoriamo al chiuso? E che fine fa la vitamina D, detta anche la vitamina del sole, in tutto questo?
Proviamo a fare ordine e a guardare la questione senza fanatismi, perché — come spesso accade — la verità sta nel mezzo.

La protezione solare e la sua reale efficacia
Ecco una cosa che quasi nessuno ci dice: quando applichiamo la crema solare, raramente otteniamo la protezione SPF indicata sulla confezione. Perché? Perché i test in laboratorio si basano su uno spessore ideale di 2 mg per cm² di pelle ma nella vita vera, a malapena ne spalmiamo 1 mg. Risultato? Se usi una crema solare protezione 50, nella pratica, ci protegge la metà, cioè quanto una crema solare 25.
Insomma, potremmo anche usare la migliore crema solare del mondo, ma se la applichiamo male o troppo poco… addio efficacia 👋🏼! A questo si aggiunge la confusione tra creme solari spray, stick labbra protezione solare e tanti altri prodotti solari viso: ognuno ha un’applicazione e una copertura diversa. La morale? La protezione solare migliore non è quella con l’SPF più alto in etichetta ma è quella che funziona meglio per il tuo stile di vita. Infatti, proteggerci non significa esagerare e neanche comprare compulsivamente. Proteggersi in maniera intelligente ed efficace significa semplicemente saper applicare la protezione solare bene e il giusto.
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Inoltre, un eccesso di fiducia nellecreme protettive solari ci fa spesso dimenticare che esistono strumenti ben più efficaci e naturali per proteggerci: un cappello a tesa larga, ad esempio, riduce davvero l’intensità della luce solare sul viso. L’ombra, l’abbigliamento coprente, gli occhiali da sole: sono tutti prodotti solari naturali (e gratis) che possono fare una differenza enorme. Prima di stratificare litri di protezione solare spray, proviamo a considerare anche questo.

👉🏻 P.S. Fai attenzione ai primi soli ☀️!! Non tutte le volte in cui ti esponi, infatti, sei in pericolo ma l’inizio delle vacanze è il momento in cui bisogna stare più attenti e cauti!
✨ Perché sì: i benefici reali delle creme protettive per il sole
Chiariamolo subito: la crema solare protettiva per il sole è un’alleata importante per la salute della pelle. Prima di tutto, aiuta a prevenire e/o a rallentare il fotoinvecchiamento, riducendo rughe, proteggendo dalle macchie solari e dalla perdita di elasticità causate dal sole. E sì, previene anche i melanomi e altri tumori cutanei.
Una protezione solare ben scelta può anche contrastare lo stress ossidativo causato dai raggi UV, responsabile di danni profondi alla pelle. E oggi, tra spray solari leggeri, creme solari viso idratanti e fondotinta con SPF, possiamo davvero trovare il protettivo solare adatto a ogni esigenza.
Inoltre, per chi ha la pelle sensibile o reattiva, esistono formulazioni minerali e creme solari senza profumo, perfette anche per i bambini o per chi soffre di dermatite.
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E qui arriviamo al cuore del dubbio: siamo sicure che usare protezioni solari ogni giorno dell’anno sia davvero così indispensabile? Secondo alcuni esperti, no.
In giorni invernali, con indice UV basso, e se si lavora al chiuso, la protezione solare quotidiana potrebbe non essere necessaria. Anzi, può persino limitare la produzione naturale di vitamina D – conosciuta appunto come la vitamina del sole – fondamentale per ossa, sistema immunitario e umore. Ma quanto tempo esporsi al sole per vitamina D? Gli studi dicono che bastano 10-15 minuti al giorno di esposizione diretta su viso e braccia per stimolarne la produzione. La verità è che non c’è una regola fissa: dipende da stagione, latitudine, orario, fototipo e perfino dalla superficie del corpo esposta. In certi periodi dell’anno, anche se sei al sole, potresti non sintetizzarla affatto (tipo l’autunno 🍂 e l’inverno ❄️).

Anyway, prima di fiondarti sul nuovo flacone limited edition di crema solare 30 o protezione solare 100, c’è un passaggio che andrebbe fatto sempre: controllare l’INCI (magari facendosi aiutare da Yuka), per capire se quella protezione solare che stai valutando contenga ingredienti potenzialmente controversi.
Alcune creme solari, per esempio, possono includere ingredienti problematici. A riprova di ciò, determinati filtri chimici sono stati associati proprio a reazioni da contatto o fotocontatto, e l’assorbimento sistemico di certi attivi solleva tuttora dubbi nel mondo scientifico. Il biossido di titanio e lo zinco, ad esempio, se micronizzati, potrebbero contenere nanoparticelle sospette. “Probabilmente non fanno così male, ma chi lo sa?”, dicono anche i dermatologi.
Sai cosa contengono i tuoi trucchi?
La sintesi? Nessun estremo: né vivere in armatura SPF365, né bruciarsi sulla sdraio. La soluzione più intelligente è conoscere, valutare e scegliere con buon senso — ogni giorno.
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